A Venezia 82 arriva La Gioia di Nicolangelo Gelormini, presentato alle Giornate degli Autori. Un film che si muove sul crinale sottile tra favola oscura e cronaca interiore, e che ha trovato nel volto e nella sensibilità di Valeria Golino la sua incarnazione più potente.
La protagonista è un’insegnante di quasi cinquant’anni, donna sola, fragile, che vive con i genitori e cerca di dare un senso a un quotidiano fatto di gesti minimi e piccole illusioni. La sua “gioia” si accende nei dettagli, nello stupore infantile davanti a un gol della Juventus, nella ricerca disperata di un amore che possa riscattarla dal vuoto. A scuotere questa vita sospesa arriva Alessio, diciannovenne problematico che irrompe nella sua esistenza. Da quel momento prende forma una relazione proibita, incandescente, destinata a scivolare rapidamente verso l’annientamento.
Gelormini, già regista di Fortuna, non sceglie la via del sensazionalismo: al contrario, rifugge la cronaca per immergere lo spettatore in un universo poetico e disturbante, fatto di silenzi, di attese, di atmosfere sospese. La Gioia è un film che respira di eccessi visivi e allo stesso tempo di misurata sottrazione, una sorta di favola nera in cui la protagonista sembra Cappuccetto Rosso circondata da lupi.
La messa in scena è essenziale e curata: la fotografia di Gianluca Rocco Palma scolpisce i contrasti emotivi, i costumi di Antonella Cannarozzi donano al personaggio della Golino un’aura surreale, mentre la colonna sonora alterna la delicatezza di Tóti Guðnason alla forza evocativa di brani iconici come Blue Monday dei New Order o Bowie. Il risultato è un film che dialoga con l’immaginario pop, con il teatro da cui proviene parte della scrittura, ma che trova nel cinema il suo linguaggio definitivo.
A emergere, con forza assoluta, è l’interpretazione di Valeria Golino: intensa, vulnerabile, capace di trasformare ogni sguardo e ogni silenzio in un racconto. Accanto a lei, Jasmine Trinca e Saul Nanni completano un cast che non ha paura di spingersi ai limiti della tensione emotiva.
La Gioia non lascia indifferenti: è un’opera che divide, che mette a disagio, che parla di solitudini contemporanee e di desideri inconfessabili. Ma è proprio in questa scelta radicale che trova la sua forza. Un film che non cerca facili consensi, ma che a Venezia ha acceso il dibattito e si è imposto come uno dei titoli più intensi di questa edizione.
A cura Claudio Napoli ONOFF MAG , Web Development SEA Stefano Albis Copyright © www.ONOFFMAG.com
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